![]() Di Mario Picconi Nell’ambito della moderna biologia, la capacità di adattamento di un sistema è detta omeostasi, tale princìpo appartiene ad un antico sistema filosofico della medicina cinese che si chiama Tao, detto comunemente yin e yang, questo princìpio riveste molti significati di tipo anche molto pratico. Nell’antica filosofia cinese tutto era pratico, solo modernamente ci siamo abituati a scomporre la filosofia dalla pratica; pratico vuol dire applicabile quotidianamente nella vita di tutti i giorni ed in qualsiasi circostanza. Dato che parliamo di un qualcosa che è accettato anche dalla moderna biologia cellulare possiamo definire questo princìpio, vecchio di circa 4000 anni come una legge universale, difatti il nostro organismo agisce secondo una precisa legge in termini di relazione causa-effetto con l’ambiente circostante. Quando perdiamo questa naturalezza? Quando ci distacchiamo da questa legge? Quando operiamo in contrasto ad essa? In termini universali Mai, in termini pratici “pensiamo” che invece ciò accade continuamente, perché non abbiamo fiducia nella nostra “natura” e perché non crediamo “fino in fondo”, cioè fino alla più piccola cellula che è in noi, che la nostra Vita è qualcosa di più grande, di quello che il nostro piccolo ego “pensa” che sia. Come possiamo fare per riappropriarci di questa unicità? La vita che stiamo vivendo è la nostra palestra, quello che facciamo, le persone di cui ci siamo circondati, le malattie di cui soffriamo; abili a rispondere, significa esercitare la nostra abilità nel princìpio dell’adattamento, dell’omeostasi. Ma, questo nel senso della filosofia cinese; culturalmente siamo propensi a considerare adattamento, come una sconfitta…”non mi piace, ma mi adatto”, “non possiamo fare altrimenti, adattiamoci”, ma il concetto di adattamento della filosofia cinese è quello del camaleonte, che mantiene la sua essenza, ma si comporta in maniera diversa a seconda della situazione, attenzione a non confondere questo comportamento con atteggiamenti falsi e di convenienza, questo è un’altra cosa, l’essenza camaleontica è una capacità naturale di rispondere a ciò che l’ambiente, che è il “nostro” ambiente, ci propone di affrontare. Quando ci possiamo esercitare? Sempre, lo facciamo continuamente, sia che scegliamo sia che non lo facciamo; quando scegliamo di capire, invece di restare attaccati alle nostre convinzioni; quando comprendiamo che quello che ci succede dipende da noi, invece che dagli altri; quando pensiamo a cosa poter cambiare in quello che facciamo, invece di perseverare negli stessi errori. Cosa ci porterà il nuovo anno amici miei? Chiediamoci cosa portiamo noi nel nuovo anno! Un abbraccio, Mario
1 Commento
Marilena
4/1/2016 19:11:34
Me stessa: va bene per cominciare?
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