Le caratteristiche della Scuola Panakeia
Panacea (PANAKEIA) e Igea

Ippocrate, considerato il padre della moderna Medicina, riteneva che Esculapio, Dio della Medicina, presiedesse alla condizione di salute e benessere dell'uomo grazie all'intervento delle sue due figlie, Igea e Panacea. Igea, divenuta poi Salus nella mitologia romana, era il simbolo della moderazione e del corretto comportamento dell'uomo: era quindi, secondo criteri moderni, il simbolo della “prevenzione”. Panacea, alla quale si attribuiva l'uso delle piante magiche e medicamentose, rappresentava, secondo il pensiero moderno, l'impegno continuo per la “ricerca e la cura” di tutte le condizioni morbose. Fin dai tempi più antichi, queste due figure hanno rappresentato due istanze complementari fra loro e ugualmente importanti, ma nella medicina moderna il costante impegno a sconfiggere le malattie e i successi ottenuti hanno fatto prevalere Panacea (la cura) su Igea (la prevenzione). Igea, figlia di Esculapio e di Lampeggia, era venerata come dea della salute. Veniva raffigurata ora sotto l'aspetto di una giovane donna prosperosa nell'atto di dissetare un serpente, ora seduta con la mano sinistra appoggiata a un'asta, mentre con l'altra mano porge una patera a un serpente che, lambendola, si innalza da un'ara posta davanti a lei. A differenza del padre, direttamente e unicamente associato alla cura delle malattie, Igea veniva invece associata alla prevenzione dalle malattie e al mantenimento dello stato di salute. A cosa è dovuta la presenza del serpente? Gli antichi attribuivano al rettile intelligenza e sentimenti particolari: suscitava grande impressione per la vita misteriosa e sotterranea, per la capacità di secernere veleni mortali. Il serpente è legato da sempre al mondo della farmacologia: il suo veleno, in minime dosi, rappresentava spesso l'unico rimedio contro moltissime malattie.